
Vorrei condividere con voi delle storie della Bibbia che hanno da fare con la perseveranza nella vita con Dio. La Bibbia dice che la fine di ogni cosa è la più importante dell'inizio (Ecclesiaste 7:8). Allo stesso modo la Bibbia parla delle fondamenta e del modo in cui uno inizia il suo cammino, ed è di estrema importanza. La fede comunque è importante nello stesso modo. Possiamo vedere certi passi che si trovano nel Vangelo di Matteo.
42 Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. 43 Ma sappiate questo: che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. 44 Perciò anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà.
45 Qual è mai il servo fedele e prudente che il [suo] padrone ha costituito sui suoi domestici per dare loro il vitto a suo tempo? 46 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato! 47 Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni. 48 Ma se quel servo malvagio dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda [a venire]”, 49 e comincia a battere i suoi conservi, e mangia e beve con gli ubriaconi, 50 il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l’aspetta, nell’ora che non sa, 51 e lo punirà severamente e gli assegnerà la sorte degli ipocriti. Lì ci sarà pianto e stridor di denti. (Matteo 24:42-51)
L'intero capitolo di Matteo 24 parla maggiormente della fine dei tempi. È un capitolo profetico. Si tratta dell'escatologia. L'escatologia è uno studio della Bibbia al riguardo della fine dei tempi. Qualcuno potrebbe pensare: “A me a cosa mi serve l'escatologia? Il più importante è che io mi comporti bene e che cerchi ogni giorno di osservare ciò che è giusto.” Ciò è vero, ma dobbiamo sapere che tutta la scrittura è ispirata e ci è data per insegnare, riprendere, correggere e educare alla giustizia perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato a ogni buona opera (2 Timoteo 3:16-17). Ciò significa che a parte le profezie al riguardo la fine dei tempi, futuri eventi e il ritorno di Cristo, questo capitolo parla al riguardo le nostre vite. Senza escludere che i futuri eventi e il ritorno di Cristo sono comunque molto importanti. Questo passo citato di sopra ha da fare con la perseveranza. Già vediamo un altro verso nello stesso capitolo parlando del perseverare.
“Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.” (Matteo 24:13)
Prima di questo verso vengono descritte le difficoltà e le prove che avranno i credenti. Poi Gesù parla ai discepoli riguardo al perseverare. Ma qual è la chiave di esso?
Nella parabola del Matteo 24:45-51 vediamo un servo al quale fu affidato il compito di vegliare sulla casa del suo signore e di prendersi cura degli altri servi. Raccontando la parabola, Gesù mostra due alternative di come potrebbe essere l’esodo di questa parabola. La prima è che il servo sarà beato se il suo padrone tornando lo troverà occupato facendo ciò che gli fu assegnato. Lì si mostra un servo che vegliava e faceva tutto ciò che doveva pure nell'assenza del suo padrone. Lì si mostra che lui non lo faceva per obbligo soltanto ma perché amava il suo padrone e aveva inteso il senso di ciò che doveva fare. L’altra alterativa del come la storia potrebbe finire e il servo malvagio che dice nel cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”. Allora si mette a mangiare e bere con gli ubriaconi e a maltrattare gli altri servi. Lui non perseverò nel cammino che aveva intrapreso e quando il suo padrone tornò nell'ora che lui non si aspettava, gli assegnò la sorte degli ipocriti. Lui non finì bene la sua corsa. Qui non parliamo degli sbagli occasionali, ma di uno stile di vita. Lui proprio scelse di fare quello stile di vita. Qui non si tratta solo di ubriacarsi letteralmente, ma di ubriacarsi di sé stesso e di vivere una vita separata dal Signore.
Il fatto che il servo sapeva che il suo padrone tardava significa che lui conosceva la parola. Lui sapeva ciò che Gesù aveva detto. Il fatto fu che aveva compreso in modo sbagliato le parole di Gesù. Già dal principio della chiesa ci furono delle persone che avevano mal inteso le profezie al riguardo della seconda venuta di Cristo. Nel corso della storia alcuni indicavano la data o il tempo in cui Gesù sarebbe tornato, eppure c’era il caso in cui l'apostolo Paolo ammoniva ed esortava la chiesa dei Tessalonicesi a essere pronti per l'arrivo del Signore, e loro pensavano che Lui sarebbe arrivato subito, e lasciarono alcune delle loro pratiche e responsabilità per dedicarsi interamente al suo ritorno. Il fatto di essere sempre pronti non è sbagliato, ma dobbiamo farlo con la giusta attitudine. Perciò Paolo assicura loro nella sua seconda epistola che certe altre cose si dovevano compiere prima. Ciò ci mostra che già da quei tempi le persone mal interpretavano le scritture riguardo al Suo ritorno.
Ci sono persone che, quando vedono certi segni adempiersi, credono che Lui dovrebbe arrivare già subito. La questione è che Lui vede e considera il tempo in un’altra maniera, e quando loro vedono che Lui non torna ancora, si discoraggiano e addirittura perdono la fede. Non è così che Lui ci insegna. Dobbiamo essere sempre pronti e vegliare. Lo dovevano fare le persone 2000 anni fa, e lo dobbiamo fare noi oggi. Questa è l’attitudine giusta. Noi non sappiamo né l'ora né il giorno. Il servo non la sapeva, ma invece di vegliare, ha supposto che il suo padrone si fosse dimenticato o tardasse. Questa era una sua supposizione perché forse aveva visto che il suo padrone non era venuto quando lui se lo aspettava. Non è importante quando noi ce l’aspettiamo, ma ciò che Lui ci dice – di vegliare.

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