Un cuore secondo il cuore di Dio

Pubblicato il 16 febbraio 2023 alle ore 14:41

 

Ci sono persone devote di cui possiamo prendere un esempio di come camminare con Dio e c’è ne sono alcune altre che sono davvero speciali di cui Lui stesso è testimone.

Uno di loro è Davide, di cui è stato detto anche che aveva un cuore secondo il cuore di Dio.

“Ora invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è cercato un uomo secondo il suo cuore, e il Signore l'ha destinato a essere principe del suo popolo, poiché tu non hai osservato quello che il Signore t'aveva ordinato”. 1 Samuele 13:14

“Poi lo rimosse e suscitò loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: “Io ho trovato Davide, figlio di Isai, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere”.” Atti 13:22

Questi passaggi presi dalla Scrittura indicano che Davide fu chiamato uomo secondo il cuore di Dio. E questo non è stato affermato da nessun uomo, ma da Dio stesso. Voglio dire, che privilegio e che testimonianza è questa! Ci sono stati momenti dei momenti nei quali io sono stato complimentato da alcune persone dicendo che sto bene nella fede e che ho una buona testimonianza, ma quante volte quelle persone non mi conoscevano davvero e quanto si avevano sbagliato in quel esatto momento dicendo che sto bene nella mia vita spirituale. Non sto dicendo che sto in un continuo fallimento, ma ci sono volte in cui una persona sa per se stessa che non tutto in lui va bene davanti a Dio, e ciò che le persone vedono, non è ciò che accade veramente. Com’è buono e veritiero invece a ricevere da Dio stesso una testimonianza che gli sei piaciuto. Questa è davvero una conferma. È da lui che abbiamo bisogno di essere lodati – da Dio. Poi anche le persone testimonieranno che siamo sulla strada giusta, ma ciò che viene prima è la testimonianza e la lode che vengono da Dio. Questo è ciò a cui dovremmo mirare. Ovviamente non saremo ammirati da tutte le persone per questo, e incontreremo ostilità, ma ciò che è veramente importante è che Lui sia contento di noi. Chi ha veramente accettato il Signore sa quando gli è gradito e quando no.

Ovviamente, la vita nella fede non è una vita in cui riesci sempre a piacere a Dio e la maggior parte delle volte Egli verrà da noi ad affrontare e trattare qualche problema o situazione particolare mostrandoci i nostri difetti, perché questo è lo scopo della Sua parola: incoraggiarci e guidarci nella verità, ma soprattutto correggerci e ammonirci.

Ma perché Davide fu chiamato un uomo secondo il cuore di Dio? Perché era giusto e obbediva sempre a ciò che Dio gli diceva di fare? Sì, quella era davvero la sua intenzione e riusciva a farlo con l’aiuto di Dio, ma la verità è che non c’è ne un uomo che sia veramente perfetto e che osservi tutto quanto fino al punto. Così è stato anche Davide. Leggendo la sua storia nella Bibbia possiamo concludere che lui non stava sempre ubbidendo e seguendo Dio, anche se quella era la sua intenzione principale. Ha peccato varie volte e lo vediamo descritto in dettaglio nelle Scritture. Sicuramente era il suo desiderio di compiere la giustizia, ma non era solo per questo che era un uomo secondo il cuore di Dio. Confidare in Dio, lodarlo e obbedirgli fa parte di questo, ma ciò che è anche importante e ciò che stava facendo Davide e per cui era anche chiamato un uomo secondo il cuore di Dio, era che sapeva come pentirsi e come umiliarsi davanti a Dio. Sappiamo tutti la situazione che stava avendo con Bat-Sceba con la quale commise adulterio e gli altri peccati che commise a questo riguardo (2 Samuele 11). Sicuramente quando si e pentito dopo, non lo ha fatto pensando a quel peccato, come un qualcosa di comune e aspettandosi il perdono come che gli era concesso, pensando che Dio gli mostrerà comunque misericordia.

No. Quello che fece invece fu di implorare Dio e umiliarsi davanti a Lui dicendo: “Non respingermi dalla tua presenza, e non togliermi il tuo santo Spirito”. Salmo 51:11

Sapeva cosa si meritava e lo intendeva davvero! Non si limitò a dire: “Dio, lo so che comunque mi perdonerai…” Pensava davvero di perdere ciò che Dio gli aveva dato e sapeva cosa si meritava. Dio non si compiace del peccato e questo addolora il Suo Spirito. Davide lo sapeva e supplicava il Signore di non allontanarsi da lui. Io vedo il timore del Signore in questa preghiera. Non si tratta di condannare noi stessi e di dubitare del perdono di Dio, ma di andare da Dio e chiedergli con fede di perdonarci. Dobbiamo capire che non lo meritiamo. Questo è ciò che Davide ha capito. Sapeva pentirsi e questo era sicuramente una parte del motivo per essere chiamato uomo secondo il cuore di Dio. È ovvio che dobbiamo essere sensibili allo Spirito di Dio, perché solo Lui può farci sentire così. Solo Lui può convincerci nelle nostre condizioni, affinché possiamo vedere noi stessi, il nostro peccato e pentirci. Penso che Davide era sensibile a questo e aveva un genuino amore per Dio.

Davide sapeva cosa si meritava quando ha peccato. Conosceva il giusto giudizio di Dio e forse per questo Dio lo ha risparmiato ed è stato misericordioso verso di lui quando ha peccato. Si può dire che c’è un tipo di giudizio che viene a noi quando pecchiamo.

Non dobbiamo confonderci a questo punto. Ovviamente Dio è misericordioso e perdona quando riconosciamo le nostre colpe e ci pentiamo. Non ci tratta secondo il nostro peccato (Salmo 103:10). Coloro che si pentono, però, sanno cosa meritano per il loro peccato. Non lo prendono mai come qualcosa di scontato. Quando ricevono la grazia immeritata nella loro vita sono davvero grati. Non pensano mai che il perdono sia qualcosa di facile da ottenere. Forse questo è il segreto e forse è per questo che Dio perdona quelle persone. Perché conoscono la giustizia e il giudizio di Dio e perché lo temono. Questo vale per coloro che si avvicinano a Dio per la prima volta e penso che valga anche per coloro che già camminano con Lui. Loro pensano di meritare qualcos’altro quando peccano, ma poi arriva la grazia. Questo pensiero e maniera di vedere dovrebbe sempre accompagnarci perché non meritiamo la grazia. Questo potrebbe essere diverso da alcuni messaggi che potremmo sentire che dicono che Dio ti perdona sempre e sicuramente. Non lo dico per condannare, sto solo dicendo che tipo di atteggiamento dovrebbe accompagnarci quando ci avviciniamo alla croce di Gesù. Il messaggio che dice che Dio sicuramente e sempre perdona, dovrebbe essere rivolto a coloro che lottano con il peccato e si sentono colpevoli per la sua causa; a coloro che in qualche modo hanno sentito il peso della legge sulle proprie spalle e sanno per certo di aver peccato.

C’è un messaggio per ogni persona nella situazione in cui si trova, ma è importante comprendere la giustizia e il giudizio di Dio. La croce era un luogo terribile pieno di molto dolore dove accadde qualcosa di straordinario. Abbiamo bisogno di capire il dolore che Gesù ha provato lì anche se noi non lo vivremo e non lo sperimenteremo mai pienamente. In questo modo comunque ne capiremo il valore. C’era un ladro che fu crocifisso al fianco di Gesù che disse che meritava quello che stava passando mentre Gesù era completamente innocente. Il ladro sapeva cosa si meritava e questo era ciò che fu importante. Sapeva cosa si meritava per il suo peccato. Questo è fondamentale quando si tratta di chiedere perdono per il peccato. Come può qualcuno venire a conoscenza di esso? Lasciando che Dio e la sua parola operino in lui e gli mostrino la sua condizione. Per convincerlo del suo peccato. In questo modo una persona può davvero capire.

Quindi, concludiamo che Davide aveva un cuore secondo il cuore di Dio e uno dei motivi era che sapeva come pentirsi. C’è una situazione nell’Antico Testamento in cui possiamo vedere uno degli aspetti che aveva a che fare con questo.

Questo dispiacque a Dio, che perciò colpì Israele. E Davide disse a Dio: «Io ho gravemente peccato in ciò che ho fatto; ma ora ti prego, perdona l’iniquità del tuo servo, perché io ho agito con grande stoltezza».

Il Signore parlò così a Gad, il veggente di Davide:

«Va’ a dire a Davide: “Così dice il Signore: ‘Io ti propongo tre cose; scegline una, e quella ti farò’”». Gad andò dunque da Davide e gli disse: «Così dice il Signore: “Scegli quello che vuoi: o tre anni di carestia, o tre mesi durante i quali i tuoi avversari facciano scempio di te e ti raggiunga la spada dei tuoi nemici, oppure tre giorni di spada del Signore, ossia di peste nel paese, durante i quali l’angelo del Signore porterà la distruzione in tutto il territorio d’Israele”. Ora, vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato».

Davide disse a Gad: «Io sono in grande angoscia! Ebbene, che io cada nelle mani del Signore, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!» 1 Cronache 21:7-13

Qui vediamo a Davide li fu concesso la possibilità di scegliere in un modo la sua punizione per un peccato che ha commesso. Vediamo anche che era pronto ad accettarlo. Capì cosa si meritava ed era pronto ad accettarlo. Qui dobbiamo soffermarci sul qualcosa. Come abbiamo detto prima, Dio non ci tratta secondo il nostro peccato, ma in un certo senso c’è un giudizio che avviene qui sulla terra, mentre siamo in vita. Questo di solito accade a coloro che sono Suoi figli. Ai credenti. E perché? Perché Lui li ama e in questo modo vuole insegnare loro qualcosa. Lui opera nella loro vita. Se doveva trattarci secondo il nostro peccato, nessuno sarebbe in grado di stare davanti a Dio e nemmeno di pronunciare una semplice preghiera. Nel libro dell’Esodo è descritto che il popolo d’Israele era in piedi davanti al monte Sinai ed era molto spaventato mentre si trovava davanti a un Dio Santo, ed era stato avvertito nemmeno di toccare il monte. Non a caso vediamo lo stesso passo dell’Esodo descritto nel libro degli Ebrei.

“Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l’udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché non potevano sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata». Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo».” Ebrei 12:18-21 

Questa è la giustizia di Dio così com’è. Questo passo viene subito dopo dei versetti che parlano della disciplina di Dio al inizio del Ebrei 12 . Tuttavia Lui non ci tratta nella maniera in cui trattava le persone del Vecchio Testamento come questo passo descrive. Ora si avvicina a noi e ci dà la possibilità attraverso Suo Figlio Gesù Cristo.

Questi sono i versetti che vengono dopo questo passo.

“Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all’assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione, che parla meglio del sangue di Abele.” Ebrei 12:22-24

Questo è il motivo per cui Egli opera nella nostra vita oggi e sta avendo il rapporto Padre-figlio con i credenti. È a causa di Gesù. Mentre era qui su questa terra come primogenito tra molti fratelli, Lui ha vissuto una vita di esempio mostrandoci come dovremmo vivere e quale proposito dobbiamo avere. Ci ha anche mostrato la relazione speciale che possiamo avere con Dio, chiamandolo Padre, che è qualcosa di molto importante che Lui ci ha mostrato tramite tutti i Suoi insegnamenti. Fu il primo a chiamare Dio in questo modo, indicando la relazione che avrebbero avuto i credenti con Lui e il cammino per essa, che avrebbe aperto attraverso il Suo sacrificio.     

Nel libro di Ebrei si dice che Egli corregge i suoi figli affinché possano essere partecipi della sua santità (Ebrei 12:10). 1 Pietro 4:17 dice che è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio, cioè dai credenti.

“Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?” 1 Pietro 4:17

Perché inizia con i credenti e non con gli altri? Perché le altre persone saranno giudicate nel giorno del giudizio, e coloro che credono ora, in questa vita. Questo spiega anche perché alcune persone fanno quello che vogliono, peccano e persino prosperano nelle loro azioni. È perché il loro giudizio arriverà alla fine e ora Dio non vuole costringerli a credere punendoli. È un gentiluomo e non vuole che le persone credano in Lui solo per paura del castigo, ma vuole che credano perché davvero ne hanno capito il motivo e lo amano volentieri. C’è un salmo di Asaf in cui lui si lamenta della prosperità degli empi (Salmo 73). Perché li vedeva fare il male e nessuna conseguenza veniva nella loro vita. È ciò che noi vediamo oggi. Le persone fanno quello che vogliono con ogni tipo di male e sembrano non punite la maggior parte delle volte. Questo accade perché un giorno riceveranno ciò che meritano nel giorno del giudizio.

Ovviamente Dio vuole che anche queste persone si pentano, perché ha mandato il Suo Figlio a morire per questo motivo, ma in generale il motivo per cui ora non vengono puniti è perché un giorno ci sarà il giudizio. Adesso in questo momento Dio per la maggior parte delle volte corregge e ha che fare con i Suoi figli, e se loro fanno qualcosa di sbagliato ne sentiranno le conseguenze.

Tutti possiamo sentirci sconvolti vedendo l’uomo malvagio prosperare ora e noi stessi attraversando dei momenti duri. Tuttavia siamo chiamati a pregare perché pure quelle persone siano salvate. Asaf più avanti nello stesso Salmo scrive di aver compreso la loro fine, di aver capito che loro sono portati in rovina e distrutti in un momento. La Bibbia dice che ci sono due vie: una larga, che è facile da percorrere, ma la sua fine porta alla perdizione, e una stretta, che è difficile, ma la sua fine porta alla salvezza. Gli empi camminano per la via larga. Saremo corretti e rimproverati dal Signore mentre camminiamo sulla via stretta, ma alla fine riceveremo la corona della vita. Il fuoco purifica ed è qualcosa che tante volte dobbiamo attraversare. L’abito nuziale della sposa di Cristo sarà completamente bianco alla fine. Questo è un frutto dell’opera dello spirito di Dio che purifica come un fuoco. Questo fuoco è la Sua capacità di santificare, ma anche le prove che affrontiamo. Anche le prove nella Bibbia sono paragonate a un fuoco (1 Pietro 4:12). Noi come chiesa siamo la sposa di Cristo, ma anche personalmente ogni credente può essere visto come la sposa di Cristo. Gli empi camminano per la via larga, ma noi per quella stretta. La correzione che riceviamo noi come cristiani ha lo scopo di insegnarci qualcosa. A volte è nel modo più difficile, ma questo è a volte il modo in cui possiamo intendere qualcosa sulla nostra vita e Dio, e dobbiamo apprezzarlo. Ecco perché David ha ricevuto la punizione mentre era su questa terra, mentre era in vita. La cosa buona era che lo sapeva ed era pronto ad accettarlo. Dobbiamo anche sapere che questa non è in realtà una punizione, ma una lezione e un correzione, come viene chiamata in Ebrei 12:7. Il primo versetto dello stesso capitolo di Ebrei parla del peccato che così facilmente ci avvolge, nel senso che la correzione di cui si parla dopo ha a che fare con quello. In molte situazioni nell’Antico Testamento possiamo vedere che quando la nazione d’Israele peccava, c’erano dei nemici che dopo di questo si sollevavano contro di loro, il che significa che c’è una conseguenza per il peccato. Anche tutto questo faceva parte del giudizio. Questo giudizio potrebbe manifestarsi in modi diversi nei giorni odierni così come qualcosa di spirituale che ha a che fare con ciò che sentiamo e viviamo dentro di noi o con le situazioni che ci circondano.

“Il Signore suscitò un nemico a Salomone: Adad, l’Idumeo, che era della stirpe reale di Edom”. 1 Re 11:14

Questo versetto è un esempio di ciò di cui stiamo parlando. Questo è ciò che accadde a Salomone e accadde dopo che si allontanò dalle vie del Signore. Lo possiamo vedere da ciò che dice il v.11 nello stesso capitolo.

“Il Signore disse a Salomone: «Poiché tu hai agito a questo modo e non hai osservato il mio patto e le leggi che ti avevo date, io ti toglierò il regno e lo darò al tuo servo.” 1 Re 11:11

Vediamo che dopo questa situazione un nemico venne contro di lui. Ci sono conseguenze del peccato, anche se il Signore ci perdona! Non dico questo per spaventare nessuno, né per dire che il Signore non è misericordioso. Ovviamente vuole solo insegnarci una lezione attraverso questo, ma dobbiamo pensare due volte prima di peccare. Ci sono delle volte in cui non sappiamo al momento stesso che stiamo peccando, ma ci sono altre in cui lo sappiamo bene. Anche se il peccato è sempre peccato, ci sono diversi modi in cui Dio giudica se commesso consapevolmente o senza rendercene conto. Nei tutti e due casi ci sono delle conseguenze, ma e visto in una maniera un’po diversa da Dio. Quando non lo abbiamo commesso completamente consapevolmente, è perché ci siamo lasciati e non abbiamo obbedito la parola di Dio dicendoci di vegliare. Questo non è una scusa e molte persone nel mondo saranno giudicati per i peccati commessi in ignoranza, soprattutto perché hanno scelto di rimanere nel ignoranza. Il versetto nei Romani 1:20, 21 parla di questo.

“Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato.”

C’è anche da dire che noi come credenti e persone in generale pure tentiamo di scusarci dicendo che se pecchiamo a volte, è perché non lo sapevamo o la situazione stessa ci ha portato verso questo atto. Meno male che c’è lo Spirito di Dio che prima o poi ci convince sulla nostra colpevolezza. Lui ci convince per poter rialzarci, e non per abbatterci soltanto o condannarci. Ci sentiamo abbattuti, ma poi mettiamo lo sguardo verso Colui che ha sconfitto il peccato e la morte.

Molte volte si dice che siamo comunque peccatori e sempre pecchiamo, ma quella parte della Scrittura che afferma questo non deve essere usata in questo modo. Dobbiamo sforzarci di amare il Signore e mostrarli il nostro amore con la nostra obbedienza a Lui. Anche se possiamo avere delle debolezze e possiamo peccare, non dobbiamo mai arrenderci a queste cose e dobbiamo sforzarci di camminare nell’obbedienza e desiderare la santità.

Io personalmente non voglio portare le conseguenze del peccato nella mia vita. Leggendo la Bibbia possiamo vedere come certi peccati ed errori commessi da persone abbiano lasciato dei segni permanenti. Possiamo vedere la situazione di Abramo in cui egli non ebbe abbastanza pazienza per aspettare che il Signore gli portasse il figlio della promessa, e così andò a stare con Agar, serva di sua moglie (Genesi 16:1-4). Lo fece senza consultare il Signore.

Ella concepì Ismaele e il Signore comunque lo benedisse perché era l’erede di Abramo, ma tuttavia da lui uscì una nazione che è ancora oggi nemica della nazione d'Israele. Ci sono anche altri passi della Scrittura in cui si afferma che a causa di scelte sbagliate e a causa del peccato, c’erano nemici che si levavano contro la nazione d’Israele (Giudici 3:8, Giudici 6:1, 2, Cronache 12:2). Questo era il modo in cui il Signore voleva insegnare loro che quelle scelte e il peccato non erano buoni.

Dico pure che non tutte le difficoltà e le prove che stiamo attraversando hanno a che fare con il nostro peccato, ma sicuramente il Signore corregge coloro che ama. Questo a volte si manifesta nelle situazioni che vivremo. A volte ci sono anche situazioni che vivremo con lo scopo solo di rafforzare la nostra fede. Naturalmente questi passaggi provengono dall’Antico Testamento e alcune persone potrebbero non essere d’accordo con il fatto che c’è una correzione che stiamo attraversando dopo aver peccato, ma anche il Nuovo Testamento ne parla nello stesso senso in Ebrei 12 e in 1 Pietro 4:17 dove si dice che il giudizio deve cominciare dalla casa del Signore.

C’è anche l’esempio con uno dei ladri che era crocifisso insieme a Gesù. Questo è quello che è successo:

Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»

Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?

Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni, ma questi non ha fatto nulla di male».

E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!»

Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso». Luca 23:39-43

Una delle cose che lui ha riconosciuto nella sua conversazione con il Maestro è stata che stava ricevendo giustamente la dovuta ricompensa per le sue azioni e questo era qualcosa di veramente importante. Vediamo che questa era la chiave . L’altro ladro chiedeva solo una soluzione e in un certo senso metteva alla prova il Signore dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. Molte persone, me compreso, a volte chiedono a Dio solo una soluzione così come questo ladro, mentre l’altro ha riconosciuto ciò che aveva fatto e ha capito cosa si meritava.

“Ma l’altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?

Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni, ma questi non ha fatto nulla di male». Luca 23:40, 41

In questo sta la differenza. Che Dio ci dia un cuore disposto che non chieda solo il proprio interesse. Molte persone potrebbero avvicinarsi a Dio chiedendogli delle cose o persino cercando di pentirsi e convertirsi, ma solo con lo scopo di risolvere la loro propria situazione.

Quindi, concludiamo che quando si tratta di peccato, c’è una conseguenza e anche una sorta di giudizio che si manifesta. Ripetiamo che questo non è perché Dio voglia punirci, ma piuttosto per mostrarci che il peccato non è qualcosa di buono e anche se ci perdona, c’è un dolore che vene come conseguenza. Queste è perché il peccato che facciamo causa dolore anche a Lui. Prima perché Lui e giusto, e secondo perché noi ci perdiamo con il peccato. Il dolore e le conseguenze vengono anche allo scopo di correggerci. Gesù ha pagato un caro prezzo sulla croce per il peccato e vuole che ne comprendiamo almeno una parte di questo. Quando nel passato prima di conoscere Cristo peccavamo in completa ignoranza, non abbiamo potevamo e non sentivamo nulla. Non eravamo molto dispiaciuti do ciò che facevamo. Ma quando qualcuno sa chiaramente che ha peccato, è diverso. Il Signore ci rimprovera come Padre amorevole e opera nella nostra vita. Le esperienze che viviamo con Lui sono reali. Dio non si manifesta né opera solo la domenica o solo in momenti particolari in cui siamo coinvolti in qualche incontro o attività religiosa (che ovviamente è importante). Egli opera in ogni momento e manifesta se stesso e i suoi giudizi intorno a noi e nelle situazioni che viviamo. La vita di fede è qualcosa di reale e il rapporto con il Signore ci accompagna sempre. Con le sue benedizioni, e con le sue correzioni e riprensioni a volte. Possiamo anche voltare le spalle e cercare di dimenticarlo, cercare di lasciarci alle spalle le correzioni del Signore, ma alla fine vediamo che questo ci sta portando a più dolore e alla destinazione sbagliata. È un privilegio se possiamo partecipare alla correzione del Signore per la nostra vita. È sbagliato che siamo caduti nel peccato, ma nello stesso tempo dobbiamo capire il proposito della Sua correzione nella nostra vita e sentirsi privilegiati sapendo che ciò è per il nostro bene.


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